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come se un guizzo di fulmine le avesse dato negli occhi.
Pellegro ebbe appena il tempo di dare un’oc- chiata in su. Discendevano due carabinieri con le lucerne di traverso, con gli schioppi a tracolla; pa- revano diviati a lui.
— Quel prete di ieri è una spia! — ringhiò Pel- legro; e tirata Nunzia in casa, le prese la testa, la baciò sulla bocca, le disse, oggi, domani, sem- pre, ti aspetterò al laghetto delle tre rocce. — Poi dalla finestra scivolò giù, lasciando la casa tra sè e i carabinieri; siimbucò nelle fagiolaie, uscì oltre nei prati, penetrò nel bosco; neanche un cane da lepre lo avrebbe giunto.
Nunzia restò che pareva non aver più senso di nulla; e i carabinieri entrarono come in casa loro.
— C'è un po’ d’acqua da bere, e fuoco per ac- cender la pipa?
— Padroni, pensino un pò; — rispondevano tutti insieme il padre, lo zio, la madre di Nunzia, ve- nendo a un tratto in cucina: — Sono molto mat- tinieri, signor brigadiere.
— E così dormiamo di giorno, tanto tutto è tranquillo.
Nunzia notava che i carabinieri non parevano neppur del mestiere. Parlavano senza ficcar gli occhi intorno; forse non s’erano accorti di Pel- legro, ed erano capitati, come spesso, per puro uf- ficio. Quando salutarono allegramente, per andar- sene, sulla porta si presentò Biagio stravolto.
— Un momento, signor brigadiere; loro girano