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alba =

l’acqua cheta tra le rocce, attraversata dall’ ombra della palancola che biancheggiava in alto, tutta nel chiaror della luna.

— Dunque non c’è proprio nulla? — disse il vecchio dimesso e sgomento, cacciando gli occhi nel- l’ombre: — O voi avete qualche reliquia, qualche cosa benedetta, il libro del comando in tasca?

— Io non ho nulla. Su, chiamatelo anche voi il diavolo.

No, no; torniamo — rispose Biagio tremando; — torniamo. Il mondo è cambiato.

— Stiamo qui un altro poco; è così bello questo luogo. Non ci venite mai Nunzia?

— Andiamo, andiamo; — incalzò Biagio: ed egli avanti, poi Nunzia, poi Pellegro risalivano silenziosi. Quando furono in cima, il vecchio si volse a guardare in giù tanto sbigottito, che neppur s’'accorse del braccio con cui il giovane cingeva la vita di Nunzia. S’ affrettava a discendere verso la casa come pauroso di qualcuno che lo inse- guisse; pensava che come quel giovane non ve n’era uno in tutti i dintorni; peccato che non fosse stato al mondo nei tempi di Napoleone.

Sulla porta non trovarono che Anna. Rifatta la stalla e chiusala bene per via di quel forestiero, il marito di lei e il cognato, se m’erano andati a dormire.

Biagio menò Pellegro nel fienile.

— Se avrete bisogno chiamerete. Per di qua po- trete scivolar via, se per caso capitassero i cara- binieri: intanto copritevi bene di fieno, così.

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