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fatta d’ossa di morti. Badate bene che se vi capita male io non vengo.
— Restate pure.
Pellegro si mise giù nel sentiero e spari. Il vec- chio sedè su d’una ceppaia di faggio morto, ma- ravigliato dell'animo di quel giovane; e guardava con certo ribrezzo le fosforescenze d’altre ceppaie marcide là intorno. Quasi gli rincresceva d’aver messo il forestiero a quel cimento. Ascoltava il passo di lui già profondo; voleva chiamarlo che se ne tornasse indietro; ma dalla stizza tenne duro, e piuttosto si mise a pregare per lui. Adesso ci doveva essere.
— O Biagino, ci sono! — gridò dal basso il giovane: — le tre rocce, il lago, la palancola, un luogo di paradiso. State a sentire. O diavolo, se ci sei, vieni avanti, fatti vedere!
Biagio senti un fruscio dietro, diè un guizzo, si volse; il diavolo? No, era Nunzia.
— Che vuoi tu qui! -— urlò feroce, levandosi. — Nulla nonno; temevo che vi capitasse di- sgrazia.
— Sentilo quel disertore!
— Dunque, Biagino — seguitava Pellegro laggiù: — il diavolo non c’è. Volete venire?
— Giuramentaccio falso, ci vado! — disse Biagio quasi fuor di sè: e presa la nipote per la mano, rabbioso e mortificato, se la trascinò dietro ringhiando: E neppur tu hai paura?
Giunsero che Pellegro si balloccava com@ un fanciullo a rimestar la rena del fondo di quel-
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