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Ma nel bosco che era stato delle streghe, il vecchio tornò pronto sui suoi racconti.

— Ecco. Questo sentiero, bisognava passarvi quando dai lati aveva delle piante che manco in quattro le potevamo cingere, con le braccia a catena. Certi tronchi dovevano passare i mille anni! avevano addosso tanta borraccina che parevano orsi: alcuni spaccati e vuoti parevano tane. Ebbene, proprio qui, la notte del venerdì santo, saran quarant’anni, mi vidi tra piedi Catarinella. Io tornava dalla processione di Savona.

Pellegro si annoiava, ma faceva le viste di star a sentire.

— Era in forma di pecora anche quella volta. «E le hai vedute le statue dei misteri? E l’hai mangiata la torta pasqualina. E i malefiziati? Ce n’erano di quelli che furono stregati da me; e quelli non li libera barba di aspersorio. Un altr’anno a te». E mi impediva il passo, e mi canzonava, e la aiutavano le altre sue compagne. Io sudavo, pregavo, era niente. Ah! dicevo tra me, se mi veniste a tiro lassù a casa! Ce l’avrei il negozio da servirvi!

Avete a sapere che già da un mese avevo un sacchettino di quadrettoni di piombo, tenuti per una settimana intera nell’acqua santa dal nostro parroco d’allora, proprio per quelle maledette.

Arrivai a casa; non avevo quasi cuore di chinarmi a cercar la chiave sotto l’uscio; feci alla meglio, apersi, mi cacciai dentro di fianco, e diedi in fretta la stanga. Tremavo che mi entrassero in casa. Volevo mettermi a letto; ma to! Eccotele lì