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e può lo stupore dell'infinito verso il quala si sente rapire. Quel ragazzo sarà un galantuomo: in lui gli impulsi buoni prevarranno sempre ai malvagi. E più tardi quel medesimo rapimento divino verso le cose grandi e belle, lo porterà su quella nave fino a Marsala, e dipoi non farà mai pompa, nè cattedra, nè bottega, dell’onore acquistato. Ma la propria alta e generosa bontà sarà la croce su cui si sentirà spesso confitto, e le anime sordide, an- guste, fredde, calcolatrici, muoveranno il suo cuore a quella medesima ira per cui fanciullo insegui Vanni sulla montagna. Ma se una cosa bella gli attraversi l’occhio e la mente, egli lascierà correre Vanni, e potendo atterrarlo come nemico, si sen- tirà sospinto piuttosto a perdonargli come fratello. Frequenti infatti le sue indignazioni, e più frequenti i sospiri penosi e profondi, con i quali le rivelava piuttosto nella forma di chi si rassegna e si frena, che nell’altra di chi vorrebbe andare agli ultimi termini dell’odio e del disprezzo. Un tale dominio sopra di sè era tanto più ammirabile, quanto più facilmente egli era tratto alle commozioni o di sdegno o di affetto, anche per le cose più lievi, sol che avessero attinenza coi suoi sentimenti, e con la sua alta coscienza. Così animoso in guerra, così risoluto a seguire, senza la menoma esitazione, le vie del pericolo e del disagio, quando glielo im- ponevano il dovere e l’onore; egli era poi quasi timido nella vita, nè lasciava quel suo contegno tacito e pensosamente tranquillo, se non quando era indotto a parlar forte e chiaro per qualche
ABBA. — Cose vedute. 3