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della propria. legittimità autenticata dallo Stato Civile. Sono detti anche trovatelli, nome poetico e leggiadramente compassionevole come di cosa rac- cattata per via; e di tutti questi appellativi, che sanno un po’ tutti di vilipendio, il più roseo, il più soave, è figlio dell'amore: amore dolce a chi lo godè, amaro a chi poi ne paga le conseguenze, e ne porta tutta la vita il sentimento della più egoi- stica e snaturata durezza.

« Ah dunque anche tu sei uno di quelli che non hanno nè letto, nè pagliaio? La tua casa sta in faccia a quella del lupo? Stai al mondo, e non sai nemmeno chi ringraziare? Vattene, poveraccio ».

Così il foriere della compagnia consola il sol- dato Prospero. Questo è figliuolo dell'amore del dott. Crisante, il quale ne ha popolato il paese, a sentir Lupinella, la serva. — A_mantenergli tutti ci vorrebbe il bene di sette chiese! — ella gli dice perchè non pensi a nessuno di quei reietti, te- mendo di perdere, o di averne menomata, l’eredità del padrone.

E il dott. Paleari (una seconda copia del dottor Asquini), un giorno, per far pentire il dott. Cri- sante d’una sua sciocca censura, fa che egli s’in- contri con Prospero, e lui se ne intenerisce, e, in ira alla serva, lo piglia in casa a conforto della sua vecchiaia; ma Prospero, accortosi dalle parole del padre, che egli non può sposare una che ama perchè è sua sorella, ossia un’altra figliuola dell'amore del dott. Crisante, fugge dalla casa paterna e fugge anche dal paese.