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Questa pagina che ritrae sì fedelmente il giovane Abba in seno alla sua famiglia, è il proemio mi- gliore alle sue novelle raccolte in questo volume, ove gli affetti di famiglia hanno sì larga parte, ove la famiglia, in quella esemplare del dottor Asquini, è rappresentata come la realtà ideale della vita pra- tica, laboriosa ed onesta.
Tali novelle son degne figliuole di chi scrisse « Da Quarto al Volturno ». Parrà enorme se io dico che la novella « Prendi moglie » segue al detto libro come l’Odissea all’Iliade; se non che lo dico non perchè io pensi di paragonare le due cose ai poemi omerici, ma per distinguerle nel loro rapporto di soggetto e di tempo. Perchè il cavalleggere del 59, il garibaldino del 60 e del 66, è divenuto, in questa novella, il dott. Asquini, me- dico di professione, ma non di temperamento. Ha gentilezze e fantasie di poeta, sollecitudine coscien- ziosa pei figli e per la moglie; per sè la fatica, il costume austero, e la virile devozione al dovere. Aveva sempre lavorato, e sapeva, dice l’autore, « adoprar la parola per medicina all’animo degli infermi ».
Prossimo alla vecchiezza, e felice nella propria famiglia, un pensiero profondamente paterno lo muove a far un viaggetto; rivede tre suoi amici di gioventù e compagni d’arme, e li trova in pena