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« M’appoggiai al muricciuolo del pozzo e l’anima « mia si fece triste. Quando suonarono le tre io « stavo ancora in quell’atto. Ripresi la via lenta- « mente come chi si stacca da cosa caramente di- « letta. Dopo un’ ora battevo alla porta modesta « del padre mio. M’aperse mia sorella. Io non di- « menticherò mai l’impressione provata ripassando « quella soglia dopo tanti mesi di lontananza, chè « allora mi parevano tanti davvero! Abbracciai, « baciai la sorella mia che a stento poteva parlare, «e dopo pochi minuti la fiamma guizzava lieta « nel focolare tanto invocato, e rischiarava tutta la « famiglia festosa e raccolta d’intorno a me. Mi « guardavano con aria d’orgogliosa compiacenza, e « mia Madre ad ogni istante, a mirarla, pareva rin- « giovanita. Povera donna! quanto aveva sofferto! « Ma quando alla luce del focolare guardai più « attentamente mio Padre, e vidi i suoi capelli che «avevano incominciato a incanutire nella mia lon- « tananza, sentii una stretta al cuore, e mi parve « di piangere. Ma essi non se n’avvidero, e se- « demmo e ragionammo fino alla punta del giorno. « Mio Padre fumava la sua pipa campagnola, mia « Madre preparava il caffè, andava, tornava, rideva, « m’interrogava, piangeva, e pareva non credesse « d’essere desta. Tutti gareggiavano a farsi narrare « la storia di quei sette mesi. Io fumava e mi « guardava gli sproni ».
Sentiamo anche in questa pagina sì severamente affettuosa, quello spirito militare e cavalleresco che dava al suo viso, abitualmente malinconico, un’im-