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commovevano fino al pianto, a questa sua imma- ginativa dello spasimo altrui egli accompagnava la forza virile de’ più saldi propositi. Così impres- sionabile, deve avere ben sussultato udendo il primo tuonar del cannone; ma pur tenne fermo, e sempre col pensiero d’una morte eroica, corse a caricare alla baionetta i nemici d’Italia.

I più forti e i più gentili poeti l'avevano educato prima che egli prendesse le armi, giovanissimo: Virgilio, Dante, il Foscolo erano stati i suoi padri intellettuali, e il suo clima, quello che, prima che sorgesse la nuova Europa, fu la coscienza, la poesia dolorosa dei popoli sospiranti la libertà, cioè il romanticismo. ÉNon quello falso e volgare delle educande, e dei seminari, novella rifioritura di pic- coli arcadi, poteva imprimere negli animi preparati un carattere d’elevatezza cavalleresca, e disporli a soffrire, combattere e morire per un’alta idea di giustizia; tanto che i martiri italiani che si succe- dono dalla caduta dell’impero napoleonico fin quasi al cinquantanove, hanno tutti come un colore di santità religiosa, quasi Dio, con tutta una genera- zione, li movesse a una meta. Il romanticismo più fecondo fu quello dei sommi intelletti, i quali, nella sintesi del loro acuto pensiero, poterono riassumere le più alte verità dello spirito e della storia, com'è, ad esempio, nei due cori dell’Adelchi, e massime nel primo di essi, ove la verità storica di tre popoli si delinea ben netta nel drammatico e particolare loro destino di quel momento, e al volgo d’Italia innominato e disperso, che non combatte, ma at-