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= lotta dei contadini contro di loro: non esisterà altra distinzione se non dell’ingegno, e l’ingegno si contenterà di fare il bene per tutti ».

Illusioni giovanili?.... Quel che volete, ma tutte proprie di lui, anima sinceramente mazziniana e tolstoiana.

In una sua lettera del 73, trovo scritto: « Gli anni che passammo a Pisa, saranno sempre noverati da me. fra i meno vani della mia vita. Là io pativa, pativa, e a quel modo che io vorrei patire per sempre ».

Infatti, nel corso de’ suoi anni, io non lo vidi mai così malinconico come in quel tempo che egli poi rimpianse, forse perchè i dolori giovanili, accompagnati dall’illusione e dalla speranza, sono meno acerbi di quelli che ci sopravvengono in età più matura. Del resto pareva ch’egli ponesse tutta la sua buona volontà a tormentarsi. Uomo del nord, più che della nostra gioconda zona del mezzo- giorno, pareva voler aguzzare in sè il patimento perchè vi sentiva una virtù affinatrice e purificante; perchè dal patire egli traeva una forza di dominio su quanto ci viene trasmesso di meno alto e di meno buono da una inevitabile eredità e da contagiose in- fluenze; perchè sopportando nobilmente il dolore, gli pareva di sentirsi meno lontano da quell’ideale di grandezza e di gloria, il cui apice gli appariva

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