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volta; ma la sua bella testa, il suo bel petto spa- rirono sotto l’acqua cheta che il sangue di Pilo, sgorgando a fiotti, tingeva, tingeva...
Pomina, la sua mucca più cara, muggiva: dal- l’alto la voce d’Anna gridava ancora:
— Nunzia, corri che passa il re!
Miracolo, che cavalleria di gente lassù per quei boschi!
Venivano da Montenotte, e innanzi a tutti ca- valcava un signore pallido, bello, d’un’aria dolce e severa. Certo il re era lui, perchè un vicino, passando a corsa, aveva detto ad Anna di star attenta che veniva il re. Tutti gli altri che tenevan dietro a quel cavaliero, erano personaggi grandi, dai panni orlati di colori vivi, con dei bottoni che splendevano come stelle. Così Anna aveva visti nei sogni passar i Re Magi. S’inginocchiò. E quando quel signore, arrivando a lei, le accennò di levarsi, la povera donna chinò la fronte quasi a terra, come per ricevere la benedizione, guar- dando di striscio, finchè quella gente fu tutta passata.
Uno che veniva dietro a piede, al trotto del cane, la salutò.
— OH! siete voi, Farinello?
— Mi vedete? — rispose il messo del Sindaco: — allegri Anna, che in settembre avremo dei gran soldati, a far le battaglie finte per questi monti. Saran come quelle di Napoleone...
— Ma che bell’uomo quel re!
— Il re? Ma quello è il duca di Genova, suo