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RE venne agguantato il roncolo che Pilo portava a cintola sulle reni.
— Non farti strangolare! — diceva lui: — per carità, non farti ammazzare da me... t'ho voluto tanto bene, ho tanto patito per te! Cosa vuoi che ne faccia d’una morta ?... Ah! no? Morta; allora, sì, magari morta, sei mia!
— Voi, morto! — gridò Nunzia, brandendo il roncolo alla gola di Pilo.
— E taglia, taglia pure, meglio così! — rug- giva il giovane — taglia, ma hai da morire con me, li dentro, affogata con la creatura che hai...
— Prendi allora, prendi per tutti quelli che mi guardavano, ed io non capiva, ed ero innocente, prendi! prendi! prendi!...
— Ah! perchè m’uccidi? — disse Pilo, allen- tando le braccia, e strisciandole giù per la persona alle ginocchia, che avvinghiò ancora e più forte.
Nunzia, spinta dal peso, vacillò sulla proda ca- lante del laghetto; tentò di agguantar qualcosa per reggersi, ma diede riversa delle spalle e della nuca nell’acqua, affondando con le mani tese a respingere la testa di Pilo, che, stringendola rab- bioso, spirò e le giacque grave sui piedi. Essa venne su cieca, dimenando il capo e spingendo per liberarsi; mon potè, tornò sotto, peo *
Ri P i 8 galla mezza la testa, e già quasi morta, sentì g
dare dall’alto :
— . Nunzia, o Nunzia!
Gorgogliò qualche parola; forse potè ancora pensare che quella voce aveva gridato così un’altra