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quatte, quatte, ora colla scusa della cucchiaiata di sale, della goccia d’ olio, della gugliata di refe; venivano, la guardavano, la volevano far parlare. Crebbe la molestia quando s’ accorse che le do- meniche, in chiesa, tutti le ficcavano gli occhi nella vita. Pilo c’era sempre, e sebbene facesse viso di non guardarla, essa sentiva in cuore che tutto veniva da lui. Più tardi capitò lassù, nella casetta, Farinello, il messo del comune, dicendo che doveva andar di qua, di là, che si fermava a ripigliar fiato; ma trovò maniera di stare, tanto ch’essa fu tornata con le mucche. Pareva che avesse aspettato proprio lei. Che cosa voleva quell'uomo del sindaco, che tanto l’aveva osser- vata, e anche le aveva fatto delle domande scioc- che? La sua mamma doveva saperlo, perchè mentre colui se n’andava, lo aveva accompagnato alcuni passi, e, pur parlando con certa tema, gli aveva detto che dicesse al signor sindaco che prendeva un abbaglio e ben grosso.

Finalmente, un giorno, ch’erano passati più di tre mesi dalla morte del suo nonno, essa se ne stava a guardar le mucche libere tra i cespugli, là, intorno al laghetto delle tre rocce, dove aveva goduto, quella volta, con Pellegro, gioie di parole non mai sentite. C’ era un silenzio da far paura Solo pareva viva l’acqua del rigagnolo che, tra- boccando dai piccoli ringorghi, mandava dei suoni strani che a lei parevan singhiozzi di creature. Un caldo nell’aria, una frescura nel verde dei boschi, in quel laghetto un invito! tutto le par-

ABBA. — Cose vedute. 7