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96 | così parlò zarathustra — parte seconda |
In alto la vita lotta a comporsi un edifizio con pilastri e gradini: essa vuole spaziare per grandi distanze e goder di bellezze beate, — per ciò essa ha bisogno d’elevarsi!
E perchè ha bisogno dell’altezza, le son necessari i gradini, e le giova il contrasto tra i gradini e coloro che li salgono! La vita vuole salire, e, salendo e sorpassando sè stessa, rigenerarsi.
E guardate un po’, miei amici! Qui, dove si trova la caverna della tarantola, s’ergono le rovine d’un antico tempio, — guardate un po’ qui con occhi illuminati!
In verità, quegli che qui ordinò i suoi pensieri e li tese verso l’alto, conosceva il segreto della vita al pari dell’uomo più saggio!
Che anche nella bellezza sia lotta e ineguaglianza, e guerra per la potenza e per la superiorità: ecco ciò che egli c’insegna in una similitudine molto chiara.
Oh! come le vôlte e gli archi s’incurvano divinamente nella lotta a corpo a corpo: come combattono tra loro con luce e tenebre i divini lottatori! — Fate che anche i nostri nemici siano altrettanto belli e securi! Divinamente noi vogliamo lottare l’un contro l’altro!
Ahimè! Ecco che mi morse la tarantola, la mia antica nemica! Con sicurezza e bellezza divina essa mi morse nel dito!
«Il castigo e la giustizia devono essere — essa pensa; — non impunemente egli qui potrà inneggiare all’inimicizia!».
Sì, essa si è vendicata! E guai a me, se ora nella sua vendetta farà turbinare anche la mia anima!
Ma perchè il vortice non mi avvolga, o miei amici, legatemi fortemente a questa colonna! Preferisco diventare uno stilita, anzi che il vortice della bramosia di vendetta.
In verità, Zarathustra non è un vento che gira vorticosamente; se bene è un danzatore, non danzerà mai la tarantella!».
Così parlò Zarathustra.