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8 | così parlò zarathustra - parte prima |
Benedici al calice, che sta per traboccare, affinchè l’acqua ne esca dorata e porti da per tutto il riflesso della tua gioia.
Vedi! Questo calice desidera di esser vuotato un’altra volta; e Zarathustra vuole ridiventar uomo».
Così ebbe principio la discesa di Zarathustra.
2.
Scese egli, solo, dalla montagna e non incontrò nessuno. Ma quando si fu addentrato nei boschi improvvisamente gli si presentò dinanzi un vecchio, che aveva abbandonato il suo sacro eremitaggio per andare in cerca di radici. E il vecchio così parlò a Zarathustra:
«Non mi sei straniero, o viaggiatore! molti anni or sono mi passasti dinanzi. Ti chiamavi Zarathustra, ma ora sei di molto mutato.
Allora portavi al monte le tue ceneri; forse oggi intendi portare il tuo fuoco nelle valli? Non temi il castigo che attende gli incendiari?
Sì, io ravviso Zarathustra. Limpido è il suo occhio e il suo labbro non si atteggia alla nausea. Non incede egli forse simile a un danzatore?
Mutato è Zarathustra; un bambino egli è ridivenuto; un ridestato; che va a cercare fra i dormenti?
Come in mezzo al mare tu vivevi nella solitudine; e il mare ti cullava. Ohimè, tu vuoi prender terra? Ohimè, tu vuoi nuovamente trascinare da te stesso il tuo corpo?».
Zarathustra rispose: «Io amo gli uomini».
«Perchè» disse il santo «cercai io pure il bosco e il deserto? Non forse perchè ancor io amai troppo gli uomini?
Ora amo Dio; gli uomini più non li amo. L’uomo è per me una cosa troppo imperfetta. L’amore per gli uomini m’ucciderebbe».
Zarathustra rispose: «Ma io non vi parlo d’amore! Io reco agli uomini un dono».
«Non donar loro nulla» replicò il santo. «Piuttosto togli loro qualche cosa od aiutali a portarla — ciò recherà ad essi qualche sollievo; purchè lo rechi anche a te!