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della virtù donatrice | 69 |
Ma egli era ancora immaturo. Immaturo è l’amore e l’odio del giovane: troppo in lui ancora son gravi le ali dello spirito.
Ma l’uomo adulto ha in sè più del bambino che il giovane; egli è del giovane men triste, e più di lui ama conoscere la morte e la vita.
Libero dalla morte e libero nella morte, un santo negatore quando è passato il tempo d’affermare; egli intende in tal modo la morte e la vita.
Che il vostro morire non suoni maledizione all’umanità e alla terra, amici miei; ciò io domando al miele della vostra anima.
Nel morire devono ancor rifulgere il vostro spirito e la vostra virtù come ancor rifulge il sole quando tramonta; altrimenti ciò significherebbe che vi fallì anche il morire.
Così morrò ancor io affinchè voi, amici miei, per amor mio amiate la terra più di prima; voglio ritornare alla terra per trovar il riposo in quella che mi partorì.
Invero, una meta aveva Zarathustra: egli lanciò la sua palla: ora siete voi, miei amici, gli eredi della mia meta, ed io lancio a voi l’aurea palla.
Più volentieri che ogni altra cosa io guardo voi, amici miei, mentre a vostra volta la rilanciate. Per ciò mi trattengo ancor un breve tratto sulla terra: perdonatemelo!».
Così parlò Zarathustra.
Della virtù donatrice.
1.
Poichè Zarathustra ebbe preso congedo dalla città, che il suo cuore amava — molti di quelli che si dicevano suoi discepoli gli si accompagnarono per la strada.
E insieme giunsero a un quadrivio: allora Zarathustra disse loro che desiderava proseguir solo, poi che la solitudine gli