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di donnicciuole vecchie e giovani 61


«In verità, fratello mio,» rispose Zarathustra: «è proprio un tesoro che ebbi in dono: è una piccola verità questa ch’io porto meco.

Ma essa è selvaggia al pari d’un bambino: e, se io non le chiudessi la bocca, essa griderebbe a forza.

Oggi, mentre me ne andava solitario all’ora del tramonto, incontrai una vecchiarella, che parlò così all’anima mia:

«Molte cose disse Zarathustra anche a noi donne, ma non ci parlò mai della donna».

«Della donna», risposi, «non si deve parlare che agli uomini».

«Parla anche a me della donna» — diss’ella — «sono vecchia abbastanza per dimenticare tosto ciò che mi avrai detto».

Ed io mi arresi alla domanda della vecchiarella, e le parlai così:

«Tutto nella donna è mistero, e tutto nella donna ha la sua soluzione: la quale si chiama gravidanza.

L’uomo è per la donna un mezzo: il fine è sempre il figlio. Ma che cosa è la donna per l’uomo?

Due cose ricerca il vero uomo: il pericolo e il giuoco. Per ciò egli desidera la donna, ch’è il trastullo più pericoloso.

L’uomo dev’essere educato per la guerra e la donna per il diletto del guerriero: tutto il resto è sciocchezza.

Le frutta troppo dolci il guerriero non le vuole. Per questo egli vuole la donna: perchè riesce amara anche la donna più soave.

Meglio dell’uomo s’intende la donna dei bambini; ma l’uomo è più fanciullesco della donna.

Nel vero uomo si cela il bambino, che vuol giocare. Orsù, o donne, rendete palese il bambino nell’uomo.

Un trastullo vi sia la donna, puro e delicato, simile alla pietra preziosa, irradiata dalle virtù d’un mondo che ancora non esiste.

Il raggio d’un astro splenda sul vostro amore! La vostra speranza si chiami: Possa io far nascere il superuomo!

Nel vostro amore si manifesti il coraggio!

Col vostro amore voi dovete assalire colui che v’incute paura.