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46 così parlò zarathustra - parte prima


Ahimè, anche in voi, o anime sublimi, egli insinua le sue tristi menzogna! Ahimè, egli sa indovinare i cuori ricchi che amano prodigarsi!

Sì, egli ha indovinato anche voi, o debellatori dell’antico Dio! La lotta vi stancò, e la vostra stanchezza ora serve al nuovo idolo!

Il nuovo idolo vuol trarre a sè anche gli onesti e gli eroi. Egli si bea volentieri nella luce solare delle buone coscienze — il freddo mostro!

Tutto egli vuol dare a voi, se voi lo adorate: in tal modo s’acquista lo splendore di una nuova virtù e lo sguardo dei vostri occhi superbi.

E con voi egli vuole adescare anche coloro che son di troppo! Sì, con ciò fu inventato un artificio infernale, un corsiero della morte tintinnante negli adornamenti divini.

Sì, la morte di molti con ciò fu inventata, una morte che si dà a credere vita: un dono senza pari per i predicatori della morte!

Lo Stato è là dove tutti, buoni e cattivi, si ubbriacono di veleno: là dove tutti perdono sè stessi: là dove il lento suicidio di tutti si chiama «vita».

Guardate un po’ questi uomini inutili. Essi s’appropriano le opere degli inventori e i tesori dei savi: e chiamano educazione il lor furto. Mercè loro tutto si tramuta in malattia e in miseria!

Guardate un po’ questi uomini superflui! Essi sono sempre ammalati, e vomitano il lor fiele, cui hanno dato il nome di gazzetta. Essi si divorano a vicenda, ma non sanno neppur digerirsi. Guardate un po’ questi superflui! Acquistano ricchezze e con ciò diventan più poveri. Ambiscono la potenza, e anzitutto il grimaldello della potenza: danaro, molto danaro.

Guardate come s’arrampicano, queste agili scimmie! s’arrampicano l’una sull’altra, e vanno a finir tutte nel fango e nell’abisso.

Tendono tutti al trono: la lor follia li spinge — come se sul trono fosse la felicità.

Spesso sul trono sta il fango — e molte volte anche il trono è sul fango!