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302 | così parlò zarathustra - parte quarta |
4.
Misero me! Dove è fuggito il tempo? Non sono io caduto in pozzi profondi? Il mondo dorme.
Ah! ah! Il cane urla, la luna splende. Voglio morire, morire anzichè dir a voi quello che ora pensa il mio cuore a mezzanotte!
Ora io son già morto. Tutto è finito. O ragno, perchè vai tessendo intorno a me la tua rete? Vuoi tu sangue? Ah! ah! Cade la rugiada; giunge l’ora, l’ora in cui mi sento gelare, l’ora che sempre domanda e domanda e domanda: «Chi ha il cuore di far ciò? — chi vuole essere il signore della terra? Chi vuol dire: così voi dovete scorrere, o grandi e piccole correnti?».
— L’ora s’avvicina: o uomo, uomo superiore, bada! Questo discorso è destinato agli orecchi squisiti, ai tuoi orecchi, — e si intitola: — Che cosa dice la mezzanotte profonda?
5.
Mi sento trasfigurato: l’anima mia danza. Lavoro giornaliero! Lavoro giornaliero; chi ha da essere il signore della terra?
La notte è fresca, il vento tace. Ah! ah! Volaste già abbastanza in alto? Voi avete danzato: ma le gambe non sono ancora ali.
O voi, egregi danzatori, ora ogni gioja è vanita: il vino si cangiò in feccia, tutti i calici divennero teneri e le tombe susurrano.
Non ancora volaste abbastanza alto: ora le tombe mormorano; « Redimete dunque i morti! Perchè la notte dura tanto? La luna non ci fa forse ebri?».
O voi, uomini superiori, redimete dunque i sepolcri: fate risorgere i morti! Ah! Perchè il verme scava ancora? S’appressa, s’appressa l’ora; brontola la campana; ancora il cuore rumoreggia, ancor rode il tarlo, il tarlo del cuore. Ah! ah! Il mondo è profondo!