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30 | così parlò zarathustra - parte prima |
fossero delle vie celesti per poter penetrare in un’altra esistenza e in un’altra felicità! — ed allora diventarono i loro artifizi ed i lor filtri sanguinolenti.
E credettero d’esser sfuggiti al potere del proprio corpo ed alla terra, quegli ingrati. Ma a chi mai dovevano le voluttà del loro rapimento? Al loro corpo ed a questa terra.
Mite è Zarathustra con gli ammalati. In verità egli non s’irrita nè del modo con cui cercano di consolarsi nè della loro ingratitudine. Possano risanare, superare sè stessi, e crearsi un corpo più perfetto!
E neppur s’adira Zarathustra col convalescente, che segue con trepida tenerezza la sua illusione ed a mezzanotte s’aggira intorno alla tomba del suo Dio: ma nelle lagrime di costui egli vede ancora l’indizio del corpo ammalato.
E ammalati ve n’ebbe sempre di molti tra i poeti ed i cercatori di Dio: e tutti odiavano furiosamente chi aspirava alla conoscenza e quella più recente tra le virtù che ha nome sincerità.
Guardarono sempre all’indietro, essi, verso tempi più oscuri: a quei di illusione e credenza erano altra cosa; l’inebbriamento della ragione era similitudine di Dio e il dubbio era peccato.
Troppo bene conosco costoro che si credono simili a Dio: essi vogliono imporre la fede e chiamano il dubbio peccato.
Troppo bene so io quale è la cosa a cui credono più volentieri.
In verità non credono a cose fuori del mondo ed alle goccie di sangue che redimono! ma essi pure credono nel proprio corpo innanzi tutto, poi che per essi la cosa in sè è il lor corpo.
Ma questo corpo si rivela loro come un oggetto ammalato: e ben volentieri vorrebbero uscir dalla pelle che lo rinchiude.
E per ciò ascoltano volentieri i predicatori della morte e predicano essi stessi i mondi soprannaturali.
Ascoltate piuttosto, o miei fratelli, la voce del corpo ridonato alla salute: è questa una voce più sincera e più pura.
Più sinceramente e puramente parla il corpo sano, il corpo saldo, perfetto: egli vi parla del senso della terra».
Così disse Zarathustra.