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280 | così parlò zarathustra - parte quarta |
State di buon animo; che importa? Quante cose sono ancora possibili! Imparate a rider di voi stessi così come si conviene!
Gran meraviglia che siate falliti o riusciti solo per metà, o voi semispezzati! Forse non s’agita e non si dibatte in voi l’avvenire umano?
Ciò che più è remoto, profondo, prossimo alle stelle nell’ uomo — la sua forza smisurata — non ribolle forse nella vostra pentola?
Gran meraviglia che qualche pentola si spezzi!
Imparate a rider di voi come si conviene! O voi uomini superiori, quante cose sono ancora possibili?
E per vero, quante cose sono già riuscite a bene! Quanto ricca è la nostra terra di piccole cose perfette!
Circondatevi di piccole cose perfette, o uomini superiori! Coi loro anelli d’oro esse vi guariranno il cuore. La perfezione insegna a sperare.
16.
Quale fu sin qui sulla terra il maggior dei peccati? Non forse la parola di chi disse: «Guai a coloro che su questa terra rideranno?». Ma non trovò costui su la terra almeno qualche argomento di riso? No? Segno è dunque che egli aveva creato male. Anche un bambino ne saprebbe trovare.
Non amava abbastanza; altrimenti avrebbe amato anche noi che amiamo il riso! Ma egli ci odiava e ci dileggiava, riserbando a noi grida di dolore e stridor di denti.
È proprio necessario che chi non può amare maledica? Ciò mi pare di cattivo gusto. Ma così fece colui, quell’intollerante. Egli era sôrto dalla plebe.
Non amava abbastanza; altrimenti del non sapersi amato non avrebbe tanto sofferto. Il vero e grande amore non pretende amor soltanto; — vuole di più.
Tenetevi lontani da tutti questi intolleranti. La loro condotta è quella degli ammalati e del volgo: essi guardano torvi questa vita, essi gettano il malocchio su la nostra terra.