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il saluto 267

luogo di riposo! In casa mia nessuno deve disperare: nella mia caccia riservata io proteggo ciascuno contro le sue bestie feroci. E questa è la mia cosa che vi offro: la sicurezza!

Ma la seconda è il mio dito mignolo. E quando avrete quello, prendetevi pure tutta la mano, su via! E anche il cuore! Benvenuti in questo luogo: benvenuti, ospiti amici!».

Così parlò Zarathustra con un riso pieno di giocondità e di malizia. E i salutati s’inchinarono un’altra volta e tacquero riverenti; poi il re che stava alla destra rispose in nome di tutti: «Al modo, o Zarathustra, con cui tu ci offri la mano e il saluto, noi ti riconosciamo. Tu ti umiliasti dinanzi a noi; per poco non avresti fatto torto alla nostra riconoscenza!

Ma chi come te saprebbe con tanto orgoglio umiliarsi? Ecco quello che ci conforta; ciò è un ristoro per i nostri occhi e per i nostri cuori.

Metteva conto per ciò di salire monti anche più alti di questo. Noi siamo venuti qui guidati dalla curiosità di vedere, la quale risana gli occhi ammalati.

Ed ecco, già è cessato il nostro affannoso gridare al soccorso.

Già la nostra mente ed il cuore son fatti ora sereni e quasi ebbri di gioia. Poco ancora; e il nostro coraggio trasmoderebbe in insolenza.

Nulla, o Zarathustra, vince la gioia d’una forte ed alta volontà. Un intero paesaggio acquista lietezza da un tale albero.

Al pino io ti assomiglio, o Zarathustra; al pino che cresce alto al par di te: lungo, taciturno, duro, solitario; del miglior legno e del più flessibile: — al pino che diffonde i suoi rami vigorosi e verdi per afferrare il suo dominio, posando robuste domande ai venti e alle tempeste ed a tutto ciò che ha stanza negli spazi eccelsi, e dando anche più vigorosa risposta come uno che comanda, da vittorioso: oh, e chi mai non dovrebbe ascender gli alti monti, per ammirare si fatte piante?

Da cotesto tuo albero, o Zarathustra, ha conforto anche chi è cupo o deforme; nel riguardarti anche l’incostante acquista sicurezza e salute.

In verità, mille sguardi si volgono oggi verso la tua montagna e verso il tuo albero; un desiderio ardente s’è levato verso di te e più di uno già ha imparato a domandare: Chi è dunque Zarathustra?