Pagina:Così parlò Zarathustra (1915, Fratelli Bocca Editori).djvu/262


a meriggio 263


d’un ceppo di vite, che lo nascondeva a sè stesso; pendevano dall’albero, offrendosi al viandante in copia, grappoli dorati.

Provò allora desiderio di estinguere la sua sete e di spiccare un grappolo; ma mentre stava per stendere il braccio un altro desiderio più intenso lo colse: sdraiarsi all’ombra dell’albero, nell’ombra del pieno meriggio, e dormire.

Così fece Zarathustra; e come si fu disteso al suolo, nel silenzio e nel segreto dell’erba variopinta dimenticò la sete e si addormentò. Poi che, come dice la sentenza di Zarathustra, una cosa è più necessaria dell’altra. Solo i suoi occhi rimasero aperti; — poiché non potevano saziarsi di rimirare ed esaltar l’albero e l’amore del ceppo di vite. E, mentre si addormentava, così parlò Zarathustra nel suo cuore:

«Zitto, zitto! Non è forse il mondo divenuto perfetto in questo momento? Che cosa mi succede dunque?

Simile ad un vento leggiero, che invisibile danza su una liscia superficie di mare, volubile come una piuma, il sonno danza su di me.

Esso non mi chiude gli occhi, e mi lascia desta l’anima.

Leggero come una piuma.

Egli mi persuade, io non so come: egli mi blandisce nell’ intimo con mano carezzevole; egli mi costringe. Sì, egli mi costringe a distendere la mia anima!

— Come diventa lunga e stanca, la mia anima strana!

Forse la sera d’un settimo giorno è giunta per lei proprio al meriggio? O forse vagò già troppo a lungo beata tra le cose buone e mature?

Essa, distendendosi, si fa lunga lunga! Giace silenziosa, la mia anima stanca. Troppo buone cose ha già assaggiate: questa tristezza dell’ora la opprime; essa torce la bocca.

— Come una nave che entri nel più tranquillo de’ suoi porti, essa si accosta alla terra, stanca del lungo errare per mari malsicuri; la terra non è forse più fedele?

Quando questa nave si stringe amorosamente alla terra, basta che dalla terra un ragno mandi i suoi fili sino a lei. Non v’ha bisogno di corde più resistenti.

E simile a una nave cullantesi nella più quieta delle sue baie, io riposo ora vicino alla terra, fedele e fidente, in attesa di venir avvinta a lei con invisibili fili.