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256 così parlò zarathustra - parte quarta

qualche torrente impetuoso, finì per sentirsi men gelido e men triste.

«Che mi avvenne?», chiese: «qualche cosa di caldo e di vivido mi ristora, e questa cosa deve trovarsi vicino a me.

Già mi sento meno solitario: compagni sconosciuti e fratelli s’aggirano intorno a me; il loro caldo alito ravviva l’anima mia».

E girò intorno lo sguardo, in cerca dei confortatori della sua solitudine: quand’ecco scorse alcune vacche aggruppate per un’altura; la lor vicinanza e il loro odore avevano riscaldato il suo cuore. Ma quelle vacche sembravano ascoltassero intente qualcuno che parlava loro, sicché non badarono a colui che si appressava,

Ma come fu proprio vicino ad esse, Zarathustra udì distintamente una voce umana e vide che le vacche tenevano rivolta la testa verso colui che parlava.

Allora Zarathustra salì rapidamente e si aperse una via in mezzo agli animali, temendo che in mezzo ad essi si trovasse qualcuno colto da malore, cui difficilmente le vacche avrebbero potuto prestar aiuto. Ma s’ingannava; poiché, seduto in terra, vide un uomo che sembrava arringare quegli animali, e cercar di persuaderli a non aver timore di lui: un uomo pacifico, un predicatore della montagna, dai cui occhi traspariva la bontà.

«Che cosa cerchi tu qui?», chiese Zarathustra meravigliato.

«Che cosa io cerco?», gli fu risposto. «La stessa cosa che cerchi tu, o turbatore della pace! La felicità su la terra.

Ma per giungere a ciò vorrei impararne il modo da queste vacche. Poi che tu devi sapere che mi ci volle mezza la mattina per farmi intendere, e ora stavano per darmi una risposta.

Perchè sei venuto a turbarci?

Se non ritorniamo indietro, se non ci facciamo simili alle vacche, noi non entreremo nel regno dei cieli. Poi che noi dobbiamo apprendere da loro una cosa: il ruminare.

E in verità quand’anche un uomo conquistasse tutto il mondo, che gli gioverebbe il suo conquisto senza la sapienza del ruminare?

Egli non potrebbe liberarsi dalla sua pena; — dalla sua grande pena; la quale oggi si chiama nausea.