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delle cattedre della virtù 25

Sì, pel gioco della creazione, o miei fratelli, è necessario un santo «Sì»: lo spirito vuole ora la sua volontà; anela a riconquistarsi il suo mondo.

Tre trasformazioni dello spirito or v’ho narrate: come lo spirito si trasformò in cammello, il cammello in leone, e il leone in fanciullo».

Così parlò Zarathustra. E allora egli dimorava nella città che è detta: la Giovenca variopinta.




Delle cattedre della virtù.

Vantavano a Zarathustra un savio, che sapeva parlar bene del sonno e della virtù ed era per ciò assai pregiato e circondato da una folla di giovani che s’accalcavano intorno alla sua cattedra. Da lui volle Zarathustra recarsi; e con altri giovani sedette dinanzi alla sua cattedra. E disse il savio:

«Onore e rispetto al sonno: esso è di tutte le cose la prima! La seconda è evitar coloro che non dormono bene e vegliano la notte!

Persino il ladro rispetta il pudore del sonno: ei ruba nel silenzio della notte. Ma spudorato è il guardiano notturno, che senza pudore fa uso del suo corno.

È un’arte facile quella di dormire; ma assai fatica costa il vegliare tutto il dì per giungere all’ora del sonno.

Dieci volte al giorno tu devi vincer te stesso; ciò procura un buon sonno ed è il narcotico dell’anima.

Dieci volte al giorno devi riconciliarti con te stesso: giacché se il vincersi è cagione sempre di amarezza, male dorme d’altra parte chi non si corica riconciliato seco stesso.

Dieci volte al giorno tu devi scoprire la verità; altrimenti tu ne andrai anche di notte in cerca, e l’anima tua resterà affannata.

Dieci volte al giorno tu devi ridere ed esser gaio: altrimenti lo stomaco ti disturberà durante la notte, lo stomaco che è il padre d’ogni afflizione.