Pagina:Così parlò Zarathustra (1915, Fratelli Bocca Editori).djvu/234


il colloquio coi re 235


Mescolanza di plebe: tutto vi è commisto, il santo e il furfante, il cavaliere e l’ebreo, e tutti gli animali dell’arca di Noè.

Buoni costumi! Ma tutto fra. noi è falso e marcio: nessuno sa più che significhi venerare: e appunto da ciò noi fuggiamo. Sono cani importuni. Nè altro sanno che indorar le foglie delle palme.

E la nausea m’assale quando penso che anche noi diventammo falsi, mascherati con la pompa invietita e sbiadita dei nostri avi, fatti simili a medaglie da mostra per i più stolti e i più astuti e per tutti coloro che oggi fanno commercio della potenza!

Noi non siamo i primi, eppure dobbiamo apparire i primi. Stanchi e fastiditi al fine di questa frode fuggimmo lontano dalla canaglia, da tutti questi strilloni, da queste mosche livide per lo scrivere, lontano dal lezzo dei mercanti, dagli spasimi dell’ambizione, del cattivo alito: — puhà! vivere tra la plebaglia!

— Puhà! rappresentare i primi della plebaglia. Ah! schifo, schifo, schifo! Chi ancora s’impaccia di noi re?».

«La tua vecchia malattia ti riassale», disse l’altro al re, «la nausea ti coglie, o mio povero fratello. Ma tu sai pure che qualcuno ci sta ad ascoltare».

D’un subito Zarathustra, che aveva spalancati gli occhi e tesi gli orecchi, al sentir tali discorsi si alzò, uscì dal suo nascondiglio, si avanzò verso i re, e così prese a dire:

«Colui che vi ascoltava (e vi ascoltava volentieri) o re, si chiama Zarathustra.

Io sono Zarathustra, quegli che un giorno disse: «Che importa ormai dei re?». Perdonatemi, io mi rallegrai nell’udirvi sentenziare: «chi ancora s’impaccia di noi re?».

Ma qui è il mio regno e il mio dominio: che cosa vi potreste cercare? Forse voi trovaste lungo la via quello che io cerco: cioè l’uomo superiore».

Poi che ebbero inteso ciò, i re si picchiarono il petto, esclamando ad una voce: «Noi siamo riconosciuti!

Con la spada di questa parola tu squarciasti le più fitte tenebre del nostro cuore. Tu scopristi la nostra miseria, giacchè, vedi, noi siamo a punto in cammino alla ricerca dell’uomo superiore.