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delle tavole antiche e delle nuove 199


O voi, stanchi del mondo! O voi, che avete la terra in fastidio! Voi dovreste esser battuti con le verghe! A colpi di verga converrebbe ridare l’agilità alle vostre gambe.

Poi che, quando non siete ammalati — o miserabili dissoluti dei quali la terra è stanca — siete scaltri perdigiorni, simili a golose gatte rincantucciate. E se non volete ricominciar a correre allegramente — andate al diavolo!

Non bisogna voler guarire gli incurabili: così insegna Zarathustra — lasciate che vadano al diavolo!

Ma è più difficile fare una fine, che non un nuovo verso: e ciò è noto a tutti i medici e a tutti i poeti.

18.

Oh miei fratelli, v’hanno tavole create dalla stanchezza, e altre create dalla pigrizia; e se anche dicono la medesima cosa, esse vogliono esser interpretate diversamente.

Osservate quest’uomo languente di sete! Breve tratto lo separa dalla sua meta; ma per la stanchezza egli s’è messo a giacere nella polvere e non ha forza di rialzarsi.

Stanco, egli sbadiglia alla via e alla terra e alla meta: e non sa muovere più un solo passo.

Il sole lo flagella, e i cani leccano il suo sudore: ma egli giace chiuso nella sua caparbia e preferisce morir di sete: — morir di sete a un palmo dalla meta.

In verità voi sarete costretti a trascinarlo a forza nel paradiso — questo eroe!

Ma piuttosto lasciatelo giacere dove s’è messo, perchè lo colga il sonno, il confortatore, con la sua pioggia scrosciante e rinfrescante!

Lasciate che giaccia sino a tanto che si ridesterà da sè — sino a tanto che rinnegherà la stanchezza e ciò che questa gli ha insegnato.

Soltanto, miei fratelli, abbiate cura di tener da lui lontani i cani, e gli animali che sogliono pigramente strisciare od errare intorno a chi dorme.

Allontanate da lui la razza dei «colti», cui è argomento di diletto il sudor di ogni eroe!