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delle tavole antiche e delle nuove 193


O miei fratelli, non è tutto ormai nella corrente! Non sono caduti nell’acqua tutti i parapetti ed i ponti! Chi si farebbe ancora sostegno del «bene» e del «male?».

Guai a noi! Evviva noi! Soffia il vento che scioglie il gelo! — questo predicate, o miei fratelli, per tutte le strade!

9.

V’ha un antico inganno che si chiama «il bene ed il male». La ruota di tale illusione girò sinora intorno agli indovini e agli astrologhi.

Una volta, quando si aveva fede in costoro, si credeva che tutto «fosse destino e non si facesse alcuna cosa se non perchè costretti!».

Più tardi si diffidò di tutti gli indovini e di tutti gli astrologhi: e per ciò si credette che la libertà fosse in ogni cosa: «tu puoi perchè vuoi!».

O miei fratelli, intorno agli astri e all’avvenire molte cose sinora si son credute, ma non già sapute; e per ciò anche riguardo al bene ed al male assai finora si credette, ma nulla si seppe!

10.

«Tu non devi rubare! Tu non devi uccidere!». — Tali parole una volta si chiamavano sacre: dinanzi a loro il popolo piegava il ginocchio e la testa e si toglieva le scarpe.

Ma io vi domando: dove s’ebbero mai ladri e assassini più tristi di tali sacre parole?

Non è forse l’essenza d’ogni vita il rubare e l’uccidere? E col proclamar sacre tali parole non si uccise forse la verità?

Forse un sermone della morte proclamava sacro ciò che contraddiceva alla vita e dissuadeva da essa? — Oh, miei cari fratelli, spezzate le vecchie tavole!