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delle tre cose malvage | 179 |
Misurabile per chi ha tempo, ponderabile per chi è buon saggiatore, raggiungibile a volo per le ali poderose, spiegabile per i divini schiacciatori di noci: tale il mio sogno trovò il mondo.
Il mio sogno, ardito veleggiatore, mezzo nave, mezzo sposa dei venti, taciturno come le farfalle, impaziente come i falchi reali, come trovò oggi il tempo e la pazienza di pesare il mondo?
Forse gl’infuse coraggio la mia saggezza, la mia ridente e desta saggezza cotidiana, la quale si fa beffe di tutti «i mondi infiniti?». Giacchè essa dice: dove regna la forza, anche il numero diventa padrone, perchè il numero ha più forza.
Con quale sicurezza serena il mio sogno contemplava questo mondo finito, senza curiosità di cose nuove nè di vecchie, senza timore e sènza preghiere!
Come un pomo ben rotondo offerto alla mia mano, un aureo pomo maturo, dalla buccia fresca e vellutata? — così mi si porgeva il mondo.
Come se un albero mi si porgesse incontro, un albero dagli ampii rami diffusi, di robusta volontà, incurvantesi per servir d’appoggio e di seggio a chi è stanco per la lunga via: così mi si offriva il mondo sul mio promontorio.
Come se mani delicate recassero innanzi a me un cofano — un cofano aperto all’estasi di occhi adoranti nel pudore: così oggi mi si offerse il mondo.
Non così misterioso da impaurire l’amore umano, non tanto facilmente intelligibile da addormentare la sapienza umana: — ma cosa umanamente benigna m’apparve oggi il mondo di cui si dice tanto male!
Quanto sono riconoscente al mio sogno che questa mattina mi diè modo di pesare il mondo! Come una cosa umanamente benigna esso mi venne incontro, il mio sogno, consolatore dei cuori!
E affinchè io possa imitarlo di giorno e apprendere da esso ciò che in esso è più prezioso, io voglio porre sulla bilancia le tre cose più malvagie e pesarle umanamente bene.
Chi ha imparato a benedire imparò anche a maledire: quali sono al mondo le tre cose più sinceramente maledette?