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174 così parlò zarathustra — parte terza


Cinque chiacchiere su le vecchie cose ho udito la notte scorsa presso il muro del giardino: chiacchiere di vecchi guardiani notturni.

«Egli, che pure è padre, non pensa abbastanza a’ suoi figli: in ciò i padri umani sono migliori di lui!».

«Egli è troppo vecchio! Egli non ha più cura dei suoi figli» — così rispose l’altro guardiano notturno.

«Ma ha egli poi figli da vero? Nessuno può provarlo se egli stesso non lo prova! Io desidero da molto tempo che lo possa dimostrare!».

«Dimostrare? Come se colui avvesse mai dimostrato alcuna cosa! Troppo difficile gli riesce il provare: egli vuol essere senz’altro creduto».

«Sì, sì: La fede lo rende beato. Così pensano i vecchi! E la stessa cosa è anche di noi!» .

Cotali cose dicevano tra loro i due guardiani notturni, nemici della luce. Poi trassero mesti suoni dai loro corni. Questo avvenne la notte passata, sotto il muro del giardino.

E a me il cuore si torceva dal ridere e sembrava volesse scoppiare e cadermi, ma dove? E così cadde nel diaframma.

Davvero, io finirò per morire soffocato dal riso se gli asini ubbriachi e i guardiani notturni continueranno a dubitare a questo modo di Dio.

Non è già cosa da lungo tempo superata per tutti un tale dubbio? Chi può ancora illudersi di risuscitar favole così vecchie, che temono la luce?

Coi vecchi dèi la è finita già da gran tempo: — e, convien dirlo, essi ebbero una buona fine e gioconda!

La loro morte non fu un lento crepuscolo: il dir questo è menzogna! Morirono, essi, un bel giorno per troppo ridere.

E ciò avvenne il dì che un iddio pronunciò la più atea delle parole, — questa: «Esiste un solo Dio! E tu non avrai altro Dio avanti di me!».

Un vecchio nume barbuto arcigno invidioso potè obliarsi a tal segno!

E tutti gli dèi scoppiarono allora dalle risa sui loro troni, esclamando: «Non consiste forse in ciò la divinità: che vi sono gli dèi, ma nessun Dio?».