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degli apostati 173


E in verità, bene hai scelto il momento: ecco ora appunto gli uccelli notturni escono dai loro nascondigli. È giunta l’ora per tutto quel popolo nemico della luce: l’ora vespertina, durante la quale esso non «riposa».

Io sento che per costoro è giunta l’ora della caccia e della processione: d’una caccia non già selvaggia, ma subdola e vile che rifrusta negli angoli, sommessa come il mormorio d’una preghiera. Per una tale caccia ai codardi sentimentali, tutte le trappole del cuore ora sono tese un’altra volta! E se io sollevo una tenda ne salta fuori una piccola tarma.

Forse vi stava rincantucciata in compagnia d’un’altra farfallina notturna? Giacchè da per tutto io sento l’odore di piccole confraternite nascoste; e in ogni stanzuccia trovo nuove pinzochere, e l’aria pesante dei bacchettoni.

Essi siedono insieme tutte le sere e dicono: «fate che ridiventiamo bambini e mormoriamo: buon Dio!» — guasti il palato e lo stomaco dai pii confettieri.

O pure logorano le ore nell’osservar qualche astuto ragno crocesegnato, che spia la preda, mentre predica la saggezza agli altri ragni, così insegnando: «In mezzo alle croci è buona cosa tessere la tela!».

O stanno seduti tutto il giorno in riva ai paduli con la lenza in mano; di che si credono profondi; ma chi pesca nei luoghi dove non ci sono pesci, non è nemmeno superficiale!

O pure apprendono con pio giubilo a suonar l’arpa da qualche compositore d’inni, il quale vorrebbe con l’arte dall’arpeggiare insinuarsi nel cuore delle giovani donnette: — giacchè delle vecchie e delle lor lodi è ristucco.

O, invece, apprendono i brividi da qualche vecchio pazzo erudito, che attende nelle camere buje l’apparizione degli spiriti, — e in tanto lo spirito vapora del tutto!

O finalmente si dilettano d’ascoltare qualche misantropo vagabondo che dalle tetre nubi ha imparato i tristi accenti; ora egli fischia dietro al vento e predica con meste parole la tristezza.

E alcuni di loro anche divennero guardiani notturni; e or sanno dar fiato ai corni ed errare intorno la notte e rivegliar molte cose vecchie che dormivano da lungo tempo.