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114 così parlò zarathustra - parte seconda


Allora volai a ritroso, verso la patria, rapidamente: così venni a voi, o esseri del presente, nel paese della coltura.

Per la prima volta ebbi per voi uno sguardo e un desiderio sincero: in verità io venni con un desiderio ansioso nel cuore.

Ma come ciò m’accadde? Grande era la mia angoscia, e pur fui costretto a ridere! Non mai ancora il mio occhio aveva veduto cosa tanto variopinta e bizzarra!

Io rideva e rideva, mentre il mio piede ancor tremava, e palpitava il mio cuore: «ma questa è la patria di tutti i vasi di colore» — dissi a me stesso.

Chiazzati in volto e nel corpo di cinquanta colori, tali appariste alla mia meraviglia, o uomini del presente!

E con cinquanta specchi intorno a voi che adulavano e secondavano il vostro gioco di colori!

In verità, non potreste imaginare, o presenti, una miglior maschera del vostro proprio volto! Chi potrebbe ravvisarvi?

Tutti impiastricciati coi segni del passato, su cui nuovi segni impresse il pennello: in verità, voi siete egregiamente difesi contro gl’interpretatori di geroglifici!

E se pure alcuno fosse investigatore di reni: come potrebbe egli credere ancora che voi abbiate reni? Voi sembrate impastati di colori e di cartelle appiccicate l’una sull’altra.

Tutti i tempi e tutti i popoli si rispecchiano nei vostri veli: tutti i costumi e tutte le credenze nei vostri gesti.

Chi strappasse dai vostri volti i veli e i mantelli e i colori e i gesti non si troverebbe tra le mani altro che uno spauracchio d’uccelli.

In verità, io stesso sono l’uccello impaurito, che vi scorse una volta nudi e senza colori; e io volai lontano, quando la vostra carcassa mi fè cenni d’amore.

Preferirei essere operaio nell’inferno, tra le ombre d’una volta! Poichè gli abitatori degli inferni sono più saldi di voi!

Sì, questa è l’amarezza delle mie viscere: che io non possa tollerarvi nè nudi nè vestiti, o uomini del presente!

Tutto ciò che v’ha di più sinistro nell’avvenire, tutto ciò che fin qui ha incusso terrore agli uccelli svolazzanti e smarriti è assai men tristo della «realtà» vostra.