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mano in una ilarità clamorosa quando alla fine sentono che la brutta correndo canta:

«Mamma dondò, mamma dondò,
la coda dell’asino mi s’attaccò!

Così cade vilipesa la bruttezza con la cattiveria; così trionfa la bellezza con la bontà! Eterna tesi della leggenda infantile! Eterna speranza di chi non conosce la vita!

XVII.

Un’altra prova quotidiana di questo riguardo al bello non si scopre nella distinzione che fanno quando si danno loro dei dolci? Mettete fra molti confetti comuni un bel candito che rappresenti, per un qualsiasi esempio, un cacciatore col suo cane. Essi senza nemmeno pensarci, mangiano tutti gli altri confetti, persuasi che vinceranno i consigli della gola e rispetteranno quel bel cacciatore. Ma nelle viscere della terra, del cacciatore e del suo cane ondeggia una dolce