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64 l'imponderabile della reggenza

Noi davvero, pochi giorni fa, quando a Susa, come accennai nelle lettere precedenti, sentivamo lo stesso residente generale blandire e in certo qual modo, per quanto gli era lecito al suo posto, incitare gli arabi contro di noi, non avremmo potuto prevedere che sì presto gli sarebbe toccato di ordinare l’arresto dei Giovani Tunisini. Con quale oculatezza e con quale misura il signor Alapetite fa la sua politica? E che politica è? Sappiamo che è stata sin qui la politica d’associazione ordinatagli da Parigi, ma non si può non dire che egli l’ha maneggiata a capriccio e senza nesso. L’ha vuotata di tutta la sua seria necessità francese. Da un tale capriccio, sbizzarrentesi fino a pochi giorni fa in una italofobia male larvata e male mostrata dai foglietti ufficiali; da un tale squilibrio tutto personale nasce per le cose di qui quell’elemento imponderabile di cui parlavo in principio. E quindi i giudizii sulle cose di qui, comprese le italiane, sono oltremodo difficili, per non dire impossibili; perchè io posso prevedere ciò che farà un uomo di carattere, ma non un uomo senza carattere. Ed io son tornato più volte col pensiero inquieto alle considerazioni fatte nelle mie lettere precedenti, sin dal momento in cui mi sono accorto che alcune eran poggiate sull’impondera-