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52 come sta risolvendosi il dramma dei tre popoli

ormai più nemmeno per l’eredità dei cinque continenti: prolifica nella sincerità della vita primitiva.

Vidi quei rozzi pantellereschi in mezzo alle loro vigne nuove, per le pianure che scendono sul paradisiaco golfo di Hammamet su cui già splendeva la primavera. C’era fra terra e cielo una novità che si respirava e si vedeva; c’erano l’aria e la luce e la gioia, la felicità e la fecondità d’una nuova terra promessa conquistata allora allora. Conobbi molti di quei pantellereschi irsuti e quasi negri che una volta nell’isola natia, o essi medesimi, o i loro padri, o i padri de’ padri, eran gente di mare e poi avevano emigrato e s’eran convertiti in industriosi trasformatori di terre e in costruttori di prosperi villaggi. Ne conobbi uno, già uomo di vela e di remo, approdato 25 anni fa alla spiaggia deserta dove ora sorge Reyville, con un suo fratello, nella sua barca paterna. I due giovani giunti al tramonto trassero la barca in secco, vi dormiron dentro la notte, e il giorno dopo adocchiarono alcuni ettari di terreno e li comprarono, forse da quella stessa Società Franco-Affricana, se c’era allora, che in quella regione rappresenta soltanto la conquista del denaro dinanzi agli italiani che rappresentano la conquista del lavoro e della specie. Ora i due