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contro il dominatore francese 39

musulmani della reggenza passano sopra alla politica francese che non da oggi, ma dal 1864 in poi consistette sempre nel respingere, anche con la forza, gli attentati della Porta contro l’indipendenza beylicale. Con la storia alla mano potremmo dimostrare che il grido «viva la Turchia» è in Tunisia sedizioso, e le autorità francesi non avrebbero mai dovuto permetterlo. Al contrario, triste a dirsi, proprio con questo grido prorompente da mille e mille petti fu salutato il ritorno del residente generale da Parigi a Tunisi! Che importa se si gridasse anche viva la Francia? Era manifesto che i nostri indigeni gridavano viva la Francia per poter gridare impunemente viva la Turchia».

Ebbene, concludendo, che vuol dire tutto ciò? Vuol dire che i colons, tutti i francesi insomma trapiantati nel suolo tunisino, hanno già sentito il fatto che sta avvenendo, ed è questo: la lotta di classe araba, attraverso il falso borghese, l’emigrante italiano, già attacca il borghese vero, il dominatore francese. Il lontano avvenire, non previsto dal signor Zauche, già si disegna: assistiamo a Tunisi alla nascita d’una specie di socialismo arabo che avendo cominciato con apparire soltanto antitaliano, già si è anche svelato per antifrancese.