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meditazione sull'acropoli 209

altro che queste e poche rocce di più: Atene è poche roccette, l’Attica è rocciosa quanto piccola. Tucidide racconta come la sterilità fece la prosperità dell’Attica e d’Atene. «Ma l’Attica conservò sempre gli stessi abitanti, perchè sino dai tempi antichi era impossibile nascessero contese in terreno sì sterile, e valga per prova che la Grecia a causa delle sue mutazioni non crebbe altrove come qui. Perchè i potenti cittadini delle altre parti di essa cacciati dalle guerre e dalle sedizioni si rifugiavano in Atene per via della sua stabilità. E presane la cittadinanza, sin dalla più remota antichità l’accrebbero tanto di popolazione che mancando finalmente lo spazio, bisognò mandare colonie nella Jonia.» Ecco le tre roccette che attirarono la prima popolazione dell’Attica; dall’Acropoli stringo le altre due, l’Areopago e il Pnice: la cittadella e il culto, la giustizia, il popolo. Che sono? Ma gli ateniesi le amarono tanto e per questo le celebrarono tanto che l’Acropoli, l’Areopago, il Pnice diventarono la cittadella e la sede del culto, la sede della giustizia, la sede delle adunanze del popolo per eccellenza. Ecco l’Imetto e il Pentelico. Che sono questi monticelli d’Atene? Non sono più alte e più fiorite e di un disegno più leggiadro le nostre colline natie? Ma gli ateniesi li ama-