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la turca, la filoellenica, l'italiana 193

nisia, noi non sappiamo: sappiamo solo il fatto che è avvenuto in Tripolitania ed è che i promotori e i conduttori della resistenza araba che noi possiamo avere sulle braccia per lunghi anni, sono stati e sono i turchi. Il nostro Abd el Kader in Tripolitania può continuare così ad essere, anche dopo fatta la pace con l’impero turco, l’impero turco. Per il che e per quanto più sopra abbiamo ricordato, quello merita di essere trattato da noi con la massima durezza. Ciò che ha perduto, ha perduto, nè ci ripaga ancora.

Le ragioni poi d’ordine più ampio si riducono ad una sola, ma è più che sufficiente. Con le debite cautele, se vuole, per rispetto ai Balcani, l’Italia deve tendere non al mantenimento dell’impero turco, sibbene alla sua distruzione. Deve tendere là dove tende la natura stessa delle cose, poichè il moribondo deve morire. E gioverà alla salute morale dell’Europa che muoia, è necessario alla salute morale dell’Europa che muoia questo impero turco dei tre continenti che tanto più del regno dei Borboni di Napoli si meriterebbe da un nobile spirito inglese d’esser definito negazione di Dio. L’Italia deve sentire l’ambizione d’iniziare una politica nuova, rivoluzionaria, nel vecchio regime delle grandi potenze custodi dello statu