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kos e kalimno 147

che navigavo per un oceano lontano insieme con un armento di mille emigranti. E li ho visti.

Tramontava il sole, quando giungemmo dinanzi al golfo di Kalimno, e demmo fondo dinanzi alla piccola città, quando era già notte. C’era apparsa all’improvviso leggiadrissima, un vero ferro di cavallo, stretto, tra due monti che s’incontrano ad angolo. Nella notte mi pareva avere qualche rassomiglianza con una cittadina della Dalmazia da me vista qualche anno fa: Lussinpiccolo. Il porto, intimo, era buio. Erravano piccole barchette. Pochi lumi alle casine in costa, tanto da intravedere appena il disegno di quel nido umano. Sulla riva s’intravedevano ombre di soldati nostri, nella piccola ressa prodotta dal nostro arrivo, e quelli della nave guardavano i compagni.

Quanti per tutto l’Egeo!

Scendemmo a terra.