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kos e kalimno 139

Ed è così a destra, a sinistra, in faccia, dietro le spalle. Navigate, e la nebbia diventa forma d’isola nereggiante, e quella che nereggiava, già incomincia a vestirsi di colori, la sua terra s’arrubina e folgora al sole sotto il velo del mare e del cielo, e quella che aveva il colore del mare, già si spoglia e si fa nuda terra, oppure s’allontana e s’oscura. Ed è così a destra, a sinistra, in faccia, dietro le spalle. E le isole cambiano forme, secondo che si va loro dinanzi, o si girano. E cambiano fra di loro configurazioni e col mare, le une si distaccano dalle altre, mentre prima parevano tutt’una, e il mare penetra e fa seni e canali. Ma tanto sono belle, tanto appariscono nude.

L’isola di Kos si presenta come un monte sul mare, e un altro monte è a sinistra, lontano, più piccolo; fra i due par mare, ma poi appare una riga di nebbia ed è la terra bassa che congiunge i due monti; sicchè Kos sembra un mostro adagiato sul mare, con due grandi teste riunite da un corpo piatto. Sono le tre dopo mezzogiorno; Nisiro e Kos e l’isoletta di Jalio, che sta fra le due, sono nella zona del sole raggiante, e soltanto al capo Fuca verso il quale andiamo, Kos rosseggia.

Molte vele correvano nel suo profondo golfo, il Sinus Ceramicus degli antichi, e di-