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138 per l'egeo

l’era, terra e pietra, biancastra, rossastra, nuda e solitaria.

Quando fummo tra capo Alupo che scende dolcemente in mare, e l’isoletta di Simi montuosa e rotonda, vedemmo dinanzi l’altra grande branchia settentrionale della Doride, l’antica Chersonesos Cnidia, nereggiare in fondo all’orizzonte. Ci accostammo alla punta di Simi che ci voltava il dorso nudo avendo la sua piccola città nel golfo opposto, e già erano apparse sulla sinistra le altre isolette di Alimnia e di Karki che stanno a occidente di Rodi, ed Episcopi quasi di faccia. Passammo rasente alla punta di Simi, e apparvero anche il capo Krio della Doride settentrionale e Nisiro. Navigammo lungo le coste petrose di Simi, raggiungemmo il capo Krio, ed Episcopi ci sfilava a sinistra, lunga lunga con le cime dentate, e Nisiro più verso prua si presentava tricuspidata, e già era apparsa anche Kos e da sinistra a destra si distendeva per tutto l’orizzonte.

Chi naviga nell’Egeo, tra le Sporadi come tra le Cicladi, presso i golfi asiatici come presso i golfi della Grecia, vede tutto un apparire così. Una nebbia è laggiù in fondo in fondo all’orizzonte; è un’isola lontanissima; un’altra isola meno lontana nereggia, un’altra più vicina è tinta del colore stesso del mare; quella che si rasenta, è roccia e terra.