Pagina:Corradini - Sopra le vie del nuovo impero, 1912.djvu/126

104 rodi dei turchi e de’ cavalieri

essere la più povera. Non ho modo d’assicurarmi dell’esattezza delle cifre, ma leggo e mi vien detto che l’isola in antico aveva dai 200 ai 300 mila abitanti, sotto i Cavalieri dai 120 ai 150 mila, cinquant’anni fa più di 40 mila, mentre oggi è scesa a 30 mila e forse meno, dei quali 15 mila nella città, fra greci, turchi ed ebrei. Un terzo del terreno, da coloro stessi che si fermano alla prima evidenza, è dato per coltivabile; ma di questo soltanto un decimo è coltivato. Gli stessi indigeni greci si stremarono e furono stremati, nè amano più il lavoro. E la mancanza di strade rese difficili i trasporti, e la mancanza di trasporti rese difficile l’agricoltura. Lo stesso commerciante ebreo qui si accontenta di essere quello che può essere, non molto di più d’un rigattiere. Tutti insieme, i turchi dominatori, gli ebrei ed i greci soggetti; i primi piccoli proprietarii ed impiegatucoli; i secondi piccoli commercianti, i terzi piccoli proprietarii, contadini, commercianti e un po’ anche industriali, costituiscono una stessa popolazione ugualmente inetta alla vita moderna. Mettete gli arabi invece dei greci, e in luogo di Rodi avrete in una parola ancora Tripoli. Sempre lo stesso fatto di una o più stirpi decadute sotto un dominatore decaduto. Il dominatore decaduto porta alla estrema decadenza