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rodi d'italia 99

Mastro che era di tutti, dove sorgono i bastioni che erano difesi da tutti. Il cittadino dell’Europa divisa il quale giunge qui, prova una grata meraviglia trovando il piccolo romanzo de’ cavalieri antichi, questa comunità europea di fortezza e di chiostro.

Quanti stemmi! La vecchia Rodi è la città degli stemmi, com’è la città dei mulini a vento. Ci sono stemmi sopra le porte, le mura, le torri de’ bastioni, sopra le facciate degli alberghi di tutte le «lingue», a ogni parete, in ogni angolo, stemmi accanto a stemmi. Voi passate, vi voltate per caso, v’inchinate e scorgete a piè degli edifizii uno stemma, due, tre in fila, piccoli piccoli, d’un bassorilievo appena a fior di pietra, come di medaglie. Sono gli stemmi dell’ordine e delle nazioni, ma anche de’ nobili cavalieri e dei Grandi Mastri. Perchè nella comunità europea ognuno affermava la nobiltà della sua casa e se medesimo, come ognuno era guerriero chiuso nella sua armatura, come ognuno aveva la sua coscienza cristiana sola dinanzi a Dio al pari della sua nascita e della sua morte.

Oggi nel castello de’ Cavalieri abita l’avversario, quegli che per un buon volere del destino presentemente è anche nostro avversario. Per un meraviglioso imprevisto ora da via de’ Cavalieri scende il bersagliere