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mano e l’album aperto, ma dopo due o tre tentativi inutili per copiare il paesaggio si contentò di fare la caricatura di Carlo che fuggiva inseguito da un vitello perdendo lungo la via il paniere della colazione, e disse:

— È inutile, io non sarò altro che un pittore caricaturista.

— Chi sa che cosa diverrai! — disse Damiati. — È troppo presto per saperlo, intanto pensa a studiare.

Visitarono la chiesa e poi scesero saltellanti dalla collina, contenti della loro passeggiata. Ai piedi del monte trovarono Maria, Elisa, Angiolina e Giannina e tutti assieme s’avviarono verso casa narrandosi gl’incidenti della giornata.

Ad un certo punto videro un gruppo di ragazze guardare attentamente per terra; Elisa, che era molto curiosa, si avvicinò a quel gruppo composto della signorina Guerini, l’istitutrice, e di una loro amica, ma appena si accostò, le altre se n’andarono senza salutarla, ed essa si trovò davanti ad una biscia morta che faceva ribrezzo. Corse subito a raggiungere la sorella, dicendo tutta imbronciata:

— Hai visto la signorina Guerini? che superbia!

— Perchè? S’è fermata un momento, ma non metteva conto che si fermasse di più per quella bella vista.