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60 | piccoli eroi |
— Come parla bene, professore! — disse Maria. — Vede, tutte queste cose le ho pensate tante volte, ma non sapevo dirle come le ha dette lei: se mi volesse aiutare ad educare questi ragazzi!
— Volentieri, — rispose, — sono a sua disposizione per quello che posso.
Intanto era venuta a don Vincenzo la voglia di fare anche lui la sua predica, e disse che appunto l’arma di satirizzare, adoperata bene, può recare dei vantaggi, e citò il Giusti, che colle sue poesie satiriche, gettando il ridicolo sopra i principotti che opprimevano da tiranni l’Italia, diede loro il colpo di grazia, tanto che col suo spirito fu uno dei principali autori dell’indipendenza del nostro paese.
Damiati, al vedere che don Vincenzo incominciava il suo discorso favorito, e non avrebbe terminato tanto presto, s’alzò dicendo:
— È tardi, un’altra sera io farò la lezione a Carlo, e don Vincenzo vi potrà raccontare tutte le sue avventure del quarant’otto; se domani intanto i ragazzi vogliono venire a fare una passeggiata con me sulla collina, potrò continuar loro la mia predica, se non si annoiano.
Essi accettarono con gioia, e Maria ringraziò con un sorriso il professore che la sollevava un po’ dal pensiero di quei ragazzi vivaci.