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In campagna | 27 |
rivoluzione, e dimenticando il presente in quei ricordi.
Maria, stimando utile per i ragazzi la conversazione di quel buon vecchio, lo invitò a casa sua, e gli chiese intanto notizie degli altri villeggianti.
Egli raccontò che la bella villa sulla collina apparteneva ad una famiglia di ricchi industriali, che portavano molto vantaggio al paese perchè avevano una grandiosa fabbrica laggiù nella valle, che dava lavoro ad un gran numero di operai, e poi perchè spendevano molto, e il signor Guerini, proprietario della villa e della fabbrica, non dimenticava nè i poveri nè la chiesa, anzi avea regalato a sue spese un nuovo organo.
— E quel casino rosso laggiù in fondo al viale? — chiese Maria.
— È il casino del professore Damiati, una persona molto istruita che viene qui a villeggiare da qualche anno.
— L’ho inteso nominare, è professore al ginnasio, non è vero? — riprese la fanciulla; — mi piacerebbe tanto conoscerlo perchè vorrei pregarlo di dare delle lezioni a Carlo che deve ripetere un esame.
— Glielo farò conoscere, — disse don Vincenzo, — anzi, se andiamo verso la posta, lo incontriamo di sicuro.