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278 | piccoli eroi |
che è Natale si potrebbe suggellare la pace pranzando assieme.
Rosa non poteva rispondere, aveva le lagrime agli occhi, e quando potè parlare disse:
— Io non ho mai avuto nulla con voi, era tutto per amore del mio figliuolo.
— E lo merita, è proprio un buon figliolo, potete andarne superba. E tu devi chiedergli scusa d’avergli preso il posto — disse rivolta al figlio.
I ragazzi erano confusi di trovarsi ancora amici, ma erano contenti, si guardavano in faccia e sorridevano.
Un applauso salutò la fine di questo racconto.
Era venuta a proposito la descrizione di un’officina; e quell’aver tutta la settimana pensato e discorso di lavori e di operai l’aveva reso più interessante.
— È proprio bello, — disse il signor Guerini, — e ve ne faccio i miei complimenti.
— Lo lessi, perchè in questo momento mi parve fosse opportuno; — disse Maria; — vi ringrazio d’avermi prestata attenzione.