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Don Vincenzo | 255 |
«Me ne dispiace per le vostre famiglie, che non ne hanno colpa, per i vostri figli innocenti. Ma voi, donne, perchè non pregate i vostri mariti che ritornino a migliori consigli? Perchè non li supplicate che questo fatto crudele non avvenga? Pensate che cosa sarà il nostro villaggio una volta che sarà chiuso per sempre quel tempio del lavoro; ch’era l’allegria e la gloria del nostro paese! Non vedete? passando davanti allo stabilimento sembra di passare davanti ad un cimitero, tutto è mesto e silenzioso; quel luogo dove pochi giorni sono regnava il moto e la vita, quel luogo dal quale i vostri mariti uscivano contenti dopo una giornata di lavoro, a godere l’aria aperta, la casa, i figli; lieti perchè avevano fatto il loro dovere e guadagnato il pane per sè e la propria famiglia. Io tremo pensando all’avvenire che vi aspetta; alla miseria, alla fame, a quello che sarà di voi tutti quando vi mancherà il lavoro; pensateci finchè siete in tempo; io v’ho avvertito, ho fatto il mio dovere.»
Finita la predica, un mormorìo s’udì echeggiare per la chiesa; pareva il mare in burrasca, tutti si domandavano se fosse vera la notizia che aveva dato don Vincenzo; alcuni alzavano le spalle, dicendo che il curato era d’accordo coi