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in una prigione, e quando furono usciti, chiese ad Elisa se avrebbe avuto piacere in quel momento trovarsi nei panni d’Elvira, ch’essa invidiava tanto.

— Sono in prigione, ma è una bella prigione, dove io ci starei tutta la vita, — rispose la fanciulla.

— Ti annoieresti, — disse Carlo, — come un uccello si annoia in gabbia, anche se è d’oro.

— Ora passano, è vero, un brutto momento, ma io mi cambierei subito con loro, — disse Elisa. Però quei fatti la fecero riflettere, e capì che più si è in alto, più ci sono dolori, e che forse sua sorella aveva ragione nel dire che la vita modesta e ignorata ha pure i suoi vantaggi.

Vedendo gli operai abbastanza quieti, fecero un giro nel villaggio, in mezzo ai gruppi di gente dove non si parlava d’altro che dello sciopero; e di operai che ragionavano fra loro sul da farsi.

Bisognava resistere, — dicevano, — era tempo di finirla, erano stanchi di lavorare come bestie da soma, per mantenere il lusso dei ricchi, volevano godere e divertirsi, era venuto anche il loro tempo.

In alcuni gruppi c’erano le donne che volevano dar consigli e dir la loro ragione. Maria fermò una donna che conosceva ed era moglie