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244 | piccoli eroi |
— Se vedeste — soggiunse, — che desolazione! Pare un cimitero; tutte quelle macchine là immobili, quegli stanzoni freddi, vuoti, quel silenzio.... fa stringere il cuore.
Il signor Guerini era tutto irritato, e andava avanti e indietro per la stanza pensando al danno che gli recava quello sciopero, alle commissioni che non poteva eseguire, e più di tutto a quella gente, alla quale avea dato lavoro, a tutti quei contadini, che gli dovevano l’esistenza e che ora gli si ribellavano.
Ogni tanto veniva qualche messo mandato dal direttore dello stabilimento: una commissione d’operai sarebbe venuta il giorno appresso per dire ciò che pretendevano.
Seppero che il sindaco aveva telegrafato alle autorità della provincia, e nella giornata doveva venir della truppa per tenere a dovere gli operai più turbolenti.
La signora raccontò una scena commovente.
Cinque operai erano andati al lavoro malgrado le minacce dei compagni, dicendo che non avevano nessuna ragione di abbandonare una famiglia che li aveva sempre beneficati. Gli altri volevano entrare a forza per trascinarli di là, bastonarli, e forse ucciderli; tanto che essa stessa li avea pregati di sospendere il lavoro; ma quando uscirono dalla fab-